domenica 1 ottobre 2017

La scuola che vorrei

Secondo me, un modello di scuola che potrebbe soddisfarmi, sarebbe formato da diversi elementi che costituiscono le teorie sulle relazioni educative.
Per quanto riguarda la teoria psicoanalitica le nostre relazioni educative sono influenzate dai fenomeni di transfert, proiezione e immagine di se e l'insegnante grazie alla psicoanalisi può riuscire a interpretare questi fenomeni e di conseguenza riuscire a capire al meglio i comportamenti degli alunni, questo è secondo me un elemento molto utile perché permette di risolvere le difficoltà che si potrebbero incontrare.
Nella teoria umanista ci sono due elementi che considero principali, l'empatia dell'insegnante nei confronti dell'alunno e il fatto che l'insegnante dovrebbe insegnare a gli alunni come imparare, per essere sempre aperti ad apprendere cose nuove e alle trasformazioni e novità che il mondo riserva.
Penso che per quanto riguarda invece la teoria sistemica, gli elementi che prenderei maggiormente in considerazione, sono il fattore del contesto, molto importante per capire l'alunno, il suo stato d'animo e i suoi conseguenti atteggiamenti. Il fattore del contesto è inoltre molto legato a quello dell'empatia di cui si parla nella teoria umanista. Un altro importante elemento è quello del circolo comunicativo, infatti è bene che in una classe ci sia comunicazione tra i componenti.

Teorie a confronto: psicoanalitica, umanista e sistemica






Secondo la teoria psicoanalitica, la classe è il campo di incontro/scontro d forze inconsce, esse emergono infatti attraverso molti diversi comportamenti, ad esempio: insuccessi scolastici, momenti di collera improvvisa ecc... Con la psicoanalisi è possibile interpretare questi comportamenti
(o sintomi), che nella maggior parte dei casi hanno cause profonde alle origini e che sono strettamente legate alla storia personale di ciascuno di noi. Uno che la psicoanalisi interessa è quello del transfert, secondo cui gli alunni proiettano sul rapporto con l'insegnante il rapporto che hanno ad esempio con i genitori, allo stesso modo gli insegnanti, nel loro rapporto con gli alunni saranno condizionati dalle loro esperienze infantili. Questo fenomeno insieme a quello a quello di proiezione e a quello riguardante l'immagine di se stessi, condiziona le nostre relazioni educative. Il ragazzo attraverso il fenomeno di proiezione, proietta ciò che percepisce come pericoloso nella sua psiche, all'esterno: per esempio per mascherare la propria timidezza un ragazzo potrebbe iniziare a trattare in modo sgarbato i compagni. Per quanto riguarda l'immagine di se, è un fattore molto importante e che si costruisce negli anni, grazie ad essa una persona elabora una considerazione di se che può essere o meno condivisa da gli altri (immagine che gli altri hanno di noi).
Al contrario, la teoria umanista, studia il comportamento dell'insegnate e gli effetti che questo ha sull'alunno, non si sofferma quindi sulle cause profonde dei comportamenti come fa la psicoanalisi.
Carl Rogers, uno dei principali esponenti di questa teoria, sostiene che un insegnamento per essere efficace deve essere flessibile, cioè deve dedicarsi sia ai contenuti sia all'alunno. Rogers ha elaborato inoltre "3 atteggiamenti chiave": autenticità o congruenza, considerazione positiva incondizionata, comprensione empatica.. Questi atteggiamenti sono collegati tra loro, infatti l'insegnante deve essere empatico nei confronti dell'alunno senza implicare cambiamenti nei suoi comportamenti e per indurlo a conoscere se stesso e stabilire una continuità tra tra l'immagine di se e le proprie esperienze.
Con questi 3 atteggiamenti chiave, Rogers vorrebbe creare individui aperti alle novità e alle trasformazioni che il mondo attuerà in futuro. Di conseguenza il ruolo dell'insegnante sarà quello di facilitare l'apprendimento.
Secondo invece la teoria sistemica, la psiche è un sistema nel quale ogni mutamento di qualche parte influenza tutte le altre. Paul Watzlawick, uno dei principali esponenti di questa teoria, sostiene che un ruolo molto importante è svolto dal contesto. Ad esempio, l'andamento scolastico di un ragazzo è strettamente collegato al suo contesto di vita. Per quanto riguarda i compiti  dell'insegnante secondo questa teoria, egli deve essere  in grado di:
- riorganizzare il contesto della classe ogni volta che si aggiunge o toglie un elemento.
- individuare le "persone chiave", ovvero coloro che attraverso il loro comportamento sono
  responsabili del cambiamento collettivo del gruppo.
- controllare l'ansia, infatti se è eccessiva può portare alla fuga dalle proprie responsabilità è se è troppo poca determina una scarsa motivazione.
- favorire il circolo comunicativo, cioè stabilire una modalità affinché tutti comunichino tra loro.

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