Atene intorno al V secolo a.C. era una democrazia, nonostante ciò alla politica potevano accedere solo i cittadini maschi, adulti e ateniesi. Per prendere realmente parte alla vita politica della città, erano necessarie diverse abilità, tra cui quella riguardante
l'arte del discorso. Era infatti importante imparare la
retorica, ovvero
l'arte di saper intrattenere lunghi
discorsi che putavano alla persuasione per riuscire ad avere la meglio sui propri avversari. Era possibile imparare quest'arte per mezzo dei
sofisti, i primi maestri a pagamento della storia. Particolarmente bravo nell'attuazione di quest'arte del discorso, era
Socrate, un uomo animato dal desiderio di conoscere la
verità. Socrate, all'interno del dialogo, cercava di coinvolgere il più possibile il suo
interlocutore, ponendogli continue
domande, affinché quest ultimo potesse capire il ragionamento di Socrate e infine dargli torto o ragione. Socrate cercava di affrontare con un
atteggiamento critico le proprie opinioni e quelle degli interlocutori, rimanendo sempre alla ricerca della verità. Egli cercava inoltre di capire le
credenze, le
debolezze o le
falsità a cui i suoi interlocutori erano legati e cercava, servendosi della retorica, di farli giungere alla verità. Il nome di questo tipo di dialogo è detto "
socratico" perché prende il nome appunto da Socrate.
Questo dialogo sta alla
base dell
'attuale dialogo educativo, che prevede infatti la
partecipazione attiva dei due interlocutori. Soprattutto
l'alunno deve capire i messaggi inviati e produrre delle
reazioni, partecipando così in modo attivo al discorso.
http://www.treccani.it/enciclopedia/socrate/
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