Tra i vari psicologi che hanno approfondito tale tema, c'è Fritz Heider, psicologo austriaco che ha diviso le attribuzioni in base alla localizzazione della causa, interna o esterna e il conseguente modo di concepire la vita:
- ATTRIBUZIONE INTERNA, il soggetto attribuisce a se stesso le colpe o i meriti della sua vita, infatti l'attribuzione può avere valenza negativa o positiva a seconda dei casi. I soggetti inclini a questo tipo di attribuzione ritengono se stessi gli artefici del successo o dell'insuccesso della loro vita.
- ATTRIBUZIONE ESTERNA, il soggetto attribuisce le cause di ciò che gli accade a fattori esterni quali, per esempio, la sfortuna e rinuncia così ad essere l'artefice della propria vita.
Secondo lo studioso Julius B. Rotter in base a dove l'individuo colloca il "locus of control"(punto di controllo) si sente responsabilizzato (attribuzione interna) o si deresponsabilizza (attribuzione esterna). La motivazione al successo è maggiore negli individui con un locus of control interno, infatti si impegnano di più per realizzare i loro desideri. Nonostante ciò, quest'attribuzione presenta un aspetto negativo che si verifica quando il soggetto tende a prendersi "la colpa" di eventi a lui estranei.
Sono stati poi individuati dallo psicologo Bernard Weiner tre aspetti inerenti al processo di attribuzione:
- internalità, collocazione della causa, interna o esterna;
- stabilità, carattere costante o mutevole della causa;
- controllabilità, possibilità dell'individuo di controllare la causa;
In base a se l'attribuzione di un soggetto è esterna o interna, la stabilità e la controllabilità cambiano molto; infatti una situazione che da un individuo con attribuzione interna è vista come controllabile, non lo è per uno con attribuzione esterna.
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