domenica 25 marzo 2018

Catone

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Dopo le guerre puniche, la società romana subisce grandi modificazioni: Roma diviene infatti una grande potenza marittima e commerciale. Compaiono nuovi ceti che non condividono più i vecchi valori legati alla tradizione e lo Stato non è più nella posizione centrale, poiché il suo posto viene sostituito dall'uomo nella sua individualità. 
A partire dal III a.C. con l'espansione di Roma, cambia anche l'educazione dell'età repubblicana: le famiglie ricche affidano i propri figli ad un pedagogus.
Avvengono dei cambiamenti anche nell'educazione femminile, anche le ragazze vengono infatti affidate ad un pedagogus che le fa studiare e insegna loro a ballare, a dipingere e a cantare.
Le ragazze si sposano però in età precoce, passando dall'autorità del padre a quella del marito.
Una parte della società romana si presenta però ostile a questi cambiamenti, tra loro c'è Marco Porcio Catone.
Catone diviene censore nel 194 a.C., egli esorta il recupero della vecchia tradizione, quindi vede il padre come l'educatore naturale dei propri dei figli e educa personalmente il proprio figlio raccogliendo nei libri ad filium Marcum i suoi insegnamenti di agricoltura, medicina e retorica.
Catone valorizza inoltre l'oratoria, secondo lui l'oratore dev'essere un "vir bonus dicendi peritus", ovvero un uomo giusto ed esperto nel parlare.
Catone, nella sua opera De Agricultura, paragona il lavoro nei campi all'attività mercantile: secondo lui infatti l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo grande Roma.

Le 12 tavole del mos maiorum


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A partire dal 451 a.C., il punto di riferimento dell'educazione romana divengono le 12 tavole, ovvero delle lastre di bronzo che contengono le leggi della città e i principi dettati dal mos maiorum e che vengono esposte nel foro.
Tra i principi del mos maiorum troviamo:
- rispetto verso la tradizione;
-pietas, ovvero osservanza della religione;
-rigore morale;
-rispetto della legge;
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Il mos maiorum e l'educazione romana

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La società romana, nella quale dominano i valori della casa e della famiglia, è dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri e la sua economia è soprattutto a carattere agricolo.  
Alle origini, l'educazione dei romani non richiede un contesto specifico come accade invece ad Atene, infatti avviene inizialmente all'interno della casa sull'esempio degli adulti, i quali devono trasmettere i valori
Già da bambini i romani vengono educati al sentimento della pietas, ovvero il rispetto per i genitori, per gli avi, per la patria e per le divinità. A questi valori principali si aggiungono il rispetto per la terra, per il lavoro e per le leggi e le tradizioni. Tutti questi valori costituiscono il mos maiorum, cioè l'esempio degli antenati.
Nonostante si trovi, essendo una donna, in una condizione di inferiorità rispetto all'uomo, nella società romana, la prima educazione viene impartita dalla madre.
Dai 7 anni in poi, il bambino passa sotto la guida del padre, il pater familias; da lui impara a gestire l'agricoltura, a frequentare il foro e impara anche una prima alfabetizzazione.
All'età di 14 anni, i ragazzi smettono di indossare la "toga praetexta" per passare alla bianca "toga virilis", la quale sancisce infatti il loro passaggio alla maggiore età: da quel momento infatti essi potranno sedere in senato e perfezionarsi dal punto di vista politico ascoltando i senatori più anziani. Al fine del suo percorso, il ragazzo, potrà iniziare una carriera politica, con l'aiuto di una persona di fiducia del padre.  
Per quanto riguarda invece le ragazze, esse rimanevano in casa con la madre ad imparare i lavori domestici.  

L'educazione nell'antica Roma

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I cittadini romani, in base alla loro condizione sociale, godono di diversi diritti politici, prendono parte ad assemblee , rivestono cariche pubbliche e entrano a far parte di associazioni sorte per differenti motivi tra cui un lavoro comune, il medesimo  culto ecc...
L'educazione per i romani ha un intento civico, è infatti finalizzata ad integrare gli individui nella società.
Il cittadino romano deve soprattutto sapersi comportare in pubblico, infatti il suo modo di parlare, di camminare, di vestirsi, di ricevere ospiti, deve sottostare ad alcune regole precise.
L'educazione romana è più pratica rispetto a quella filosofica dei greci, ciò è comprensibile già dal differente modo di utilizzare i termini che si riferiscono all'educazione: ad esempio la paideia dei greci, che indica una formazione culturale complessiva, viene sostituita dai romani con il termine educatio, che indica invece la prima formazione. La formazione culturale complessiva viene infatti rimandata dai romani agli anni successivi all'educatio. Fondamentale è inoltre il termine humanitas, utilizzato per riferirsi ad un'educazione raffinata e fondata su valori morali.

sabato 17 marzo 2018

Percorso educativo in età ellenistica

Anche in età ellenistica, la prima formazione dei bambini avviene in famiglia a cura delle donne di casa. Successivamente iniziano a frequentare la scuola pubblica che si tiene nei municipi. Ricompare la figura del pedagogo che accompagna il ragazzo a scuola, lo aiuta nell'attività scolastica ed è il suo riferimento morale. Il maestro ha invece il compito dell'insegnamento.
Il percorso si articola in più gradi: 

ISTRUZIONE PRIMARIA 7-12 anni
Gli studenti ricevono nozioni di matematica ma soprattutto imparano a leggere e scrivere. Praticano anche musica e ginnastica considerate ancora molto importanti. E' frequente anche l'utilizzo di punizioni corporali per coloro che imparano troppo lentamente. 

ISTRUZIONE SECONDARIA 12-20 anni
Ai ragazzi viene impartita una formazione umanistica e in minor parte anche scientifica. Gli insegnanti sono il grammatico, che insegna letteratura e il retore, che cura la produzione scritta e orale. 

EFEBATO 18-20 anni 
Effettuato nei ginnasi, gestiti dallo Stato, è il grado in cui viene impartito un addestramento militare che prepara i ragazzi soprattutto ad una carriera di atleti professionisti. 

FORMAZIONE SUPERIORE
Si incentra sulla retorica destinata a formare dei professionisti della parola: essa rimane molto legata alla filosofia. La filosofia non è intesa come strumento per trasformare la  società, bensì come strumento per una ricerca interiore individuale

Plutarco e Sesto Empirico



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PLUTARCO
Egli è un uomo di cultura greca il quale scrive un'importante opera, Vite parallele, in cui stabilisce un parallelismo tra due personaggi appartenenti rispettivamente alla cultura greca e a quella romana. Attraverso l'opera egli propone due modelli di vita ai lettori tramite esempi concreti. Ad egli è inoltre attribuita un'opera riguardante l'educazione, De liberis educandis (l'educazione dei figli). Nell'opera egli stabilisce l'importanza delle arti liberali, ovvero linguaggio e scienza studiate dagli uomini liberi attraverso l'ideale di una formazione umanistica; egli da particolare importanza alla retorica, alla filosofia e alla cura del corpo. 

SESTO EMPIRICO
Egli è un filosofo greco che si pronuncia contrario alle arti liberali rappresentando lo scetticismo, ovvero una scuola ellenistica che ritiene che non sia possibile raggiungere una conoscenza assoluta. Egli mette in discussione il ruolo dell'insegnante e ritiene che imparare sia possibile solo attraverso l'esperienza diretta

L'educazione nell'età ellenistica

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La creazione di un impero come quello di Alessandro Magno, determina che ogni persona diventi un suddito e che il compito di governare lo Stato spetti al sovrano e ai suoi funzionari. Le persone cercano inoltre delle indicazioni etiche che permettano di affrontare nel migliore dei modi la loro vita. Sono infatti così impostate le scuole dell'età ellenistica, l'epicureismo e lo stoicismo, le quali si affermano nel III sec.  a.C. Le due figure di maggiore importanza sono il sapiente specializzato e il saggio: il primo si può considerare uno scienziato specialista, mentre il secondo un uomo colto di stampo umanistico, inizia quindi la contrapposizione tra sapere scientifico e umanistico che abbiamo portato avanti fino ai nostri giorni. Il sapere di conseguenza si specializza e si separa, come si era già verificato nel  Liceo di  Aristotele. La scuola oltre che un luogo di insegnamento diventa anche un luogo destinato alla vita comunitaria, un esempio ne è il Giardino di Epicuro.
Tra le istituzioni più importanti dell'età ellenistica ci sono la Biblioteca d'Alessandria, del III sec. a.C. e il Museo di Alessandria, un centro di studi frequentato da specialisti  di ogni disciplina.

lunedì 12 marzo 2018

Aristotele



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Aristotele si interessa soprattutto dell'analisi della realtà, mettendo al centro dei suoi studi il tema della felicità piuttosto che quello della giustizia come aveva invece fatto Platone. Attraverso le sue 2 più grandi opere, l'Etica Nicomachea e la Politica, egli esprime il suo pensiero etico-pedagogico stabilendo uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità
Una caratteristica fondamentale della felicità è il raggiungimento dell'equilibrio, possibile soltanto con una formazione integrale dell'uomo. Per Aristotele infatti l'educazione è un'educazione morale.
L'ideale di buon cittadino di Aristotele risiede nella conoscenza, nell'amore disinteressato per il sapere. Aristotele riprende inoltre il concetto di aretè: parla di virtù che si acquisiscono mediante l'insegnamento e la ripetizione.
-VIRTU' DIANOETICHE ----> esercizio dell'intelligenza
-VIRTU' ETICHE ----> controllo delle passioni da parte della ragione
 La felicità si raggiunge quando le virtù sono espresse al massimo livello: ciò è possibile solo grazie ad un'educazione adeguata e completa, riservata ad un'èlite.
Nell'educazione degli uomini concorrono principalmente 3 fattori:
-NATURA----> predisposizione di corpo e spirito
-COSTUME----> abitudine, tradizione
-DISCORSO----> insegnamento
Per quanto riguarda l'educazione, egli crede che sia fondamentale un'educazione statale, quindi identica per tutti.
-0-7 anni: famiglia
-7-14/14-21: stato
Gli aspetti dell'educazione sono:
-FORMAZIONE FISICA
-FORMAZIONE INTELLETTUALE
-FORMAZIONE MORALE (funzione catartica, purificatrice)
Aristotele ha inoltre lasciato dei libri destinati ai suoi studenti (esoterici) e altri destinati ad un pubblico più ampio (essoterici)
Egli fondò anche il liceo, la scuola nella quale egli era precettore di Alessandro Magno.
Molto importanti secondo Aristotele sono la filosofia e la logica. Fondamentale è anche il ragionamento: esso può essere deduttivo o induttivo.
RAGIONAMENTO INDUTTIVO: passa dal particolare al generale, le sue conclusioni sono provvisorie;
RAGIONAMENTO DEDUTTIVO: passa dal generale al particolare: il sillogismo di Aristotele stabilisce che se due premesse sono vere anche la conclusione sarà vera, esplica quindi informazioni già contenute nel principio generale.

Il mito della caverna

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Platone immagina che alcuni schiavi siano chiusi in una caverna dalla nascita, vedendone solo il fondo, su cui vengono proiettate delle ombre di alcune statuette poste alle loro spalle illuminate da un fuoco. Gli schiavi non vedono le statuette e credono le ombre l'unica realtà esistente. Un giorno però, uno degli schiavi riesce a liberarsi e a fuggire, riuscendo così a vedere pian piano la vera realtà esistente: egli infatti deve prima abituare i suoi occhi alla luce del sole  e inizia così a vedere il mondo dalle  immagini riflesse sull'acqua. Non volendo tenere per sé la sua scoperta, torna nella caverna per raccontare la verità agli altri, viene però preso in giro e deriso da tutti e infine ucciso.
Nel mito, lo schiavo che fugge, è paragonato a Socrate, il quale vuole diffondere la verità tra gli uomini per liberarli dalla "schiavitù", rappresentata sotto forma di caverna buia, simbolo quindi dell' ignoranza che rende gli uomini prigionieri.

giovedì 8 marzo 2018

Educazione dei custodi

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I custodi, secondo Platone, dovevano subire un'educazione di tipo tradizionale:

- fino ai 18 anni l'educazione era la stessa per maschi e femmine: i ragazzi studiavano la musica, la poesia e la ginnastica che contribuivano a formare un'armonia psico-fisica.
Platone segue il modello spartano, infatti quest'educazione garantisce soprattutto una formazione di tipo militare
-18/20 anni: efebato per i maschi, ossia 2 anni di servizio militare;
-20/30 anni: si studia prevalentemente la matematica che si era già iniziata sotto forma di calcolo e geometria nell'infanzia;
-30 anni: si studia la dialettica, la filosofia come ricerca del bene e della verità;
-35 anni: i selezionati governanti si dedicheranno allo studio della filosofia per ancora 15 anni;
-50 anni: superato l'ultimo esame possono guidare lo Stato.

Platone alleggerirà poi il programma con l'opera "Le leggi" tenendo conto della realtà concreta rispetto all'ideale astratto. In quest'opera egli estende l'educazione a tutti i cittadini liberi, compresi i produttori: egli tiene soprattutto conto dell'affettività dei bambini e di attività improntate sul gioco, con esso il bambino inizia a manifestare la propria personalità, dalla quale si potrà dedurre la selezione sociale. L'opera riconduce all'importanza che Platone attribuisce all'emotività, l'educazione, secondo lui, deve infatti avvenire in una clima di amicizia

Lo Stato e la giustizia secondo Platone

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Nella sua opera "Repubblica", Platone espone la sua idea di Stato giusto e il percorso educativo che i cittadini che vivono al suo interno dovrebbero compiere. Lo Stato giusto secondo Platone è uno stato equilibrato e gli uomini devono contribuire secondo le loro capacità al suo mantenimento.
Platone suddivide i cittadini in 3 tipologie:

-PRODUTTORI: essi sono prevalentemente agricoltori, mercanti e artigiani che dovranno assicurare il benessere materiale della città. In loro prevalgono gli istinti legati al corpo che devono controllare con la virtù della temperanza;

-GUERRIERI: sono custodi nei quali è molto forte la virtù del coraggio e che dovranno occuparsi della difesa;

-REGGITORI, sono custodi, filosofi-governanti nei quali prevale la virtù della saggezza e che dovranno guidare lo Stato;

Lo Stato di Platone si basa sulla meritocrazia, infatti la guida dello Stato spetta per merito e capacità e non per ceto sociale. Egli vorrebbe inoltre che lo Stato avesse più controllo sugli aspetti della vita dei cittadini. Platone si interessa soprattutto dell'educazione delle classi superiori: solitamente i figli di chi apparteneva a una certa casta continuavano a farne parte prendendo, da adulti, il posto dei loro genitori (nonostante ciò, era possibile che per esempio il figlio di un produttore, da adulto, entrasse a far parte di una classe superiore o, nel caso del figlio di un reggitore, che retrocedesse).

giovedì 1 marzo 2018

Platone



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Platone è il più importante allievo di Socrate e uno dei più grandi filosofi di sempre.
Il tema su cui si basa la sua filosofia è quello della giustizia, un principio che secondo lui, deve esistere sia nella vita individuale che sociale di ognuno. Egli ha origini aristocratiche, ma nonostante ciò decide di non intraprendere la carriera politica e parte alla ricerca di uno Stato governato meglio rispetto ad Atene, infatti nella sua opera più importante, La repubblica, egli parla della sua città ideale, governata dalla giustizia. Platone si reca per questo motivo diverse volte a Siracusa e tenta di realizzare il suo obiettivo di uno Stato giusto senza però riuscirci.
In seguito a questo avvenimento, decide di fondare l'Accademia (387 a.C.), ovvero una scuola che durerà molto tempo e verrà chiusa ad opera dell'imperatore Giustiniano nel 529 a.C.
Platone crede inoltre che non possa esistere uno Stato giusto se a governarlo non ci siano persone giuste, perciò sviluppa un progetto educativo per preparare il nuovo ceto politico, infatti sa che, come gli ha insegnato Socrate, nessuno si può improvvisare politico. Elabora quindi una rivoluzione culturale con il fine di fondare nuovi valori, che corrispondano questa volta a verità da realizzare tra tutti gli uomini, quindi non più solo parte di un dialogo serrato. Platone pone questi valori all'interno di un mondo ideale chiamato iperuranio ("oltre il cielo") in modo che siano validi per sempre e per tutti.
L'educazione è quindi un percorso di conoscenza in cui si selezionano i governanti e si formano i cittadini. Inoltre secondo lui filosofia, educazione e politica sono strettamente connesse al fine di realizzare la giustizia, infatti i cittadini più meritevoli potranno diventare filosofi e di conseguenza consiglieri dei governanti.

Differenze: Socrate e sofisti

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Socrate non è considerato un sofista, quindi non è un "professionista della formazione", infatti:

- preferisce la dialettica alla retorica, quindi un dialogo serrato e basato sulla ragione piuttosto che la  persuasione;

- non insegna solo strumenti tecnici, bensì vuole trasmettere insegnamenti di tipo morale, parlando     quindi anche di bene e di giustizia;

- secondo lui ogni tipo di virtù deve essere appresa attraverso una lunga ricerca interiore e non è        insegnabile dall'esterno.

Dalla regola: l'importanza della lettura

Alla mensa dei monaci è indispensabile la presenza della lettura. Il confratello addetto alla lettura mantiene il suo incarico per ...