sabato 27 gennaio 2018

L'educazione in India

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La società indiana è una società molto statica ed è infatti suddivisa in caste, ovvero classi sociali a cui non si può accedere passando da un'altra casta. La loro esistenza è imposta dalla religione induista e nonostante sia stata abolita continua ad esercitare una grande influenza sulla popolazione. 
La religione indiana influenza praticamente ogni aspetto della quotidianità della società, infatti anche l'educazione è strettamente collegata alla religione.
La popolazione indiana si divide in Buddista e Induista:

INDUISMO
Nasce nel 2000 a.C. ed è la religione più antica. Si basa sulla reincarnazione: quando un essere muore, la sua anima si reincarna in qualcun altro e il ciclo continua. Una delle 4 caste più importanti è quella dei bramini, sacerdoti induisti la cui formazione è basata sui Veda, ovvero i testi sacri induisti. Fino al VIII sec. a.C. non esisteva, in India, un'educazione che si basasse sulla scrittura, infatti i Veda erano trasmessi oralmente. Inizialmente l'educazione si è basata sull'imparare a memoria i passi dei Veda e sul dialogo tra maestri e allievi.
L'istruzione dei ragazzi varia a seconda della casta cui appartengono, per esempio potevano completare gli studi solo coloro che erano destinati a diventare bramini. Gli altri ottenevano un'istruzione generale, sempre attraverso lo studio dei Veda, apprendendo vari tipi di conoscenze sempre a sfondo religioso. Un ruolo molto importante è svolto dal maestro, un uomo a cui i ragazzi devono il massimo rispetto.

BUDDHISMO
La religione si sviluppa in India a partire dal VI sec. a.C., a diffonderla è Siddharta Gautama, chiamato appunto Buddha che letteralmente ha il significato di "risvegliato". Buddha è la figura principale del Buddhismo, è un principe indiano il quale vuole spingere l'uomo a distaccarsi dai bisogni materiali per raggiungere il nirvana, ovvero una condizione nella quale non si necessita più dei desideri e non si sentono più dolori. Secondo questa religione, l'anima non compie più la reincarnazione, bensì ritorna a far parte dell'insieme della natura.
L'educazione buddhista viene impartita a tutti, indipendentemente dalla casta, in una lingua comprensibile a tutti quindi non più l'antica lingua indiana ovvero il sanscrito. Nei monasteri vengono accolti anche laici quindi non destinati a diventare sacerdoti. I testi studiati dai ragazzi sono ispirati alle predicazioni del Buddha, quindi fondamentale resta il rapporto allievo- maestro e la religione.

mercoledì 24 gennaio 2018

Gli Ebrei

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La storia del popolo ebraico è caratterizzata da una migrazione una dispersione forzata, le loro vicende ci sono note grazie alla Bibbia. Anche nella comunità ebraica è presente un legame tra insegnamento, cultura e comunità. Le prime scuole nascono sempre in un contesto religioso e inizialmente sono attive solo scuole superiori di Sacra Scrittura che accolgono ragazzi destinati al sacerdozio: essi studiano i testi sacri e la religione del loro popolo.
Intorno al V sec. a.C. vengono istituite le prime scuole pubbliche sempre a carattere religioso, successivamente un decreto obbligherà i centri abitati a dotarsi di una scuola elementare per garantire almeno l'istruzione primaria.
Un ruolo importante è svolto dai maestri che chiamano gli alunni "figli" e dei quali devono capire la psicologia. I maestri vengono detti rabbini e devono frequentare l'accademia rabbinica fino ai quarant'anni. All'interno dell'accademia viene commentata la Torah ( i primi 5 libri della Bibbia) dalla quale vengono tratti i valori della comunità ebraica. Strettamente connessa alla scuola è la sinagoga, ovvero il luogo nel quale i sacerdoti leggono la Torah al popolo. Anche il Talmud diventa poi materiale di studio, esso infatti contiene i commenti alla Torah.
Altra figura importante nel mondo ebraico è quella del profeta, letteralmente "colui che parla al posto degli altri". Sono considerati gli educatori del popolo e parlano al posto di Dio. Una sezione della Bibbia è costituita dai libri dei profeti, essi potevano far parte di un gruppo o essere profeti "solitari" e potevano essere al servizio dei sovrani oppure potevano opporvisi.
Tutta la comunità ebraica si considera una comunità educatrice con un forte rapporto con la religione e la cultura, essa è molto importante anche nel processo educativo.

Istruzione nell'antico Egitto

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Anche nella civiltà egizia si verifica uno stretto legame tra cultura, educazione, religione e potere politico. Anche la scrittura è considerata un'invenzione divina da parte del dio Thot, lo scriba degli dei. Secondo gli egizi molto importante è anche il destino che è controllato dagli dei e il rispetto delle leggi che sono inviolabili. Inoltre gli egizi trasferiscono nella vita scolasica i valori della loro vita quotidiana, ad esempio l'obbedienza, l'ascolto e il controllo della propria volontà.
Le prime scuole in Egitto si formano attorno al 2000 a.C. sono situate nei templi e vengono dette Case del libro. All'interno di queste strutture viene impartita ai ragazzi l'istruzione primaria in un periodo di 4 anni nel quale apprendono la scrittura dei geroglifici. Gli esercizi assegnati più frequentemente sono la copiatura e il dettato e i ragazzi sono sottoposti a punizioni molto severe.
E' però grazie alla copiatura che diversi testi si sono conservati nel corso del tempo. Finita l'istruzione primaria, solo i ragazzi appartenenti alle famiglie agiate potevano proseguire gli studi, in una scuola che veniva detta scuola reale, nella quale si apprende la scrittura ieratica e si scriveva su i papiri. I figli degli artigiani potevano invece accedere ad una formazione di tipo professionale. Le scuole di grado maggiore venivano chiamate Case della vita e gli insegnanti, anche se di discipline laiche, erano sacerdoti. 

Le prime scuole della civiltà sumerobabilonese

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Le prime scuole della storia sono attive da circa la metà del terzo millennio a.C. e sorgono nella zona compresa tra i due fiumi Tigri ed Eufrate, l'antica Mesopotamia. L'istruzione veniva inizialmente impartita nei templi ed aveva uno stretto legame con il potere politico e ovviamente la religione. I sacerdoti mesopotamici hanno conoscenze di ogni genere e hanno l'importante compito di custodire la sacra scrittura. Le prime scritture sono documenti amministrativi ed economici che tengono la contabilità dei movimenti di beni che avvenivano attorno al tempio. Nasce successivamente la figura dello scriba, letteralmente "colui che scrive sulle tavolette": la sua formazione avviene in autonomia rispetto all'ambiente religioso e appunto per il fatto che si scriveva sulle tavolette, alle scuole viene attribuito il nome di case delle tavolette.
Dopo la comparsa della figura dello scriba, l'educazione si divide in due percorsi: la prima è un'educazione religiosa, alla quale si dedicavano i sacerdoti e l'altra per gli scribi, di tipo tecnico.
Per la formazione degli scribi nasce  la scuola come la conosciamo oggi, con i suoi ambienti, gli insegnanti, le discipline e i materiali. La formazione scolastica si suddivideva in istruzione primaria e istruzione superiore (casa della sapienza). La scuola era improntata su una grande severità e gli studenti dovevano svolgere spesso esercizi di copiatura.

Le origini dell'educazione


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Da sempre gli esseri umani vivono all'interno di collettività, all'interno delle quali per vivere è necessario avere delle precise conoscenze, ad esempio i comportamenti sociali, il linguaggio, le tradizioni, le credenze ecc...Così come nelle collettività moderne, anche in quelle antiche tali conoscenze erano importanti: ai giovani venivano impartite conoscenze informali, infatti essi imparavano dagli adulti attraverso i loro consigli. Una delle forme di educazione utilizzate nell'antichità, è il racconto dei miti, i quali sotto forma di racconto, spiegano eventi naturali, vicende   umane e quant'altro. I miti venivano celebrati attraverso cerimonie chiamate riti, rituali precisi e ordinati che devono far trasparire l'armonia degli dei. I riti più importanti sono quelli di iniziazione, si tratta di cerimonie che stabiliscono il passaggio dei ragazzi nel mondo degli adulti. Solitamente si trattava di prove di forza o coraggio, mentre al giorno d'oggi una sorta di rito di iniziazione potrebbe essere l'esame di stato.
Con l'avvento delle società agricole, le persone da nomadi divengono stanziali, per questo motivo molte persone possono permettersi di svolgere altre attività oltre quelle di contadino. L'educazione diventa sempre più importante e nasce così la prima scrittura, collegata ad essa nasce anche una prima forma di contabilità.

mercoledì 3 gennaio 2018

Ruolo delle emozioni



 
Quello delle emozioni, nell'ambito scolastico, è un ruolo molto importante, infatti gli stili cognitivi e di apprendimento sono molto influenzati dalle nostre emozioni. Questi processi mentali sono tutti interconnessi tra di loro, questo concetto è stato definito da Bandura, nel 1977 con l'espressione "determinismo reciproco", fa parte della teoria dell'apprendimento sociale, in base alla quale esiste una complessa interazione reciproca tra l'individuo, il suo comportamento e gli stimoli ambientali, e che ciascuno di questi componenti influenza gli altri.
In ambito scolastico lo stato d'animo che si verifica maggiormente è quello dell'ansia, un sentimento che somiglia più alla fobia che alla paura e che è in grado di paralizzare la parte razionale del nostro cervello, mettendo i funzione solo la parte emozionale. Nel caso di ansia per un esame o un interrogazione, si parla di ansia da prestazione. La giusta quantità di questo stato d'animo permette all'organismo di rimanere "attivo", mentre se l'ansia inizia ad essere eccessiva si parla di arousal, ovvero appunto attivazione eccessiva. La giusta quantità d'ansia ci consente di ottenere buoni risultati, poiché ci spinge ad impegnarci, al contrario se è troppa, "paralizza" il cervello e fa dimenticare al soggetto ciò che ha studiato e che fino a prova contraria sapeva.

Stili di apprendimento







Gli stili di apprendimento sono influenzati da quelli cognitivi. Essi riguardano il modo con il quale un individuo elabora le informazioni mentre sta svolgendo un compito. Esistono varie tipologie di stili in base alle funzioni, alle forme, ai livelli, agli scopi e alle inclinazioni.

FUNZIONI
-stile legislativo, decisioni autonome e stile creativo;
-stile esecutivo, applica le regole esistenti e vuole avere istruzioni, stile affidabile;
-stile giudiziario, chi ama formulare un pensiero critico e valutare le persone e il loro lavoro;

FORME
-stile monarchico, persone che non vogliono aiuti nel loro lavoro e preferiscono fare da sole;
-stile gerarchico, gerarchia di obiettivi, sistematicità nella soluzione del problema;
-stile oligarchico, presenza di più obiettivi in competizione tra loro;
-stile anarchico, persone motivate da più obiettivi che trovano una soluzione creativa;

LIVELLI
-stile globale, questioni vaste e poca considerazione dei particolari;
-stile locale e analitico, presta molta attenzione verso i dettagli;

SCOPI
-stile interno, persone introverse che preferiscono lavorare in autonomia;
-stile esterno, persone che sono estroverse ed espansive e lavorano tranquillamente in gruppo;

INCLINAZIONI
-stile liberale, chi ama il cambiamento e non segue le regole esistenti;
-stile conservatore, chi segue le regole esistenti e non ama cambiare;

martedì 2 gennaio 2018

Stili cognitivi






Lo stile cognitivo è la modalità con la quale un individuo elabora le informazioni. Questo stile non cambia nel tempo e riguarda il comportamento che assumiamo nei confronti della realtà.
Esistono diversi tipologie generali di stili cognitivi:

-STILE GLOBALE/ANALITICO, una persona dallo stile globale coglierà l'insieme dei fatti e ne vedrà l'aspetto generale, al contrario una persona con uno stile di tipo analitico tenderà a osservare il dettaglio e a cogliere i minimi particolari delle situazioni.

-STILE DIPENDENTE/INDIPENDENTE DAL CAMPO, riguarda la capacità di cogliere gli elementi in base al contesto in cui si trovano. Se gli elementi vengono distinti dal campo in modo limitato si tratterà di uno stile dipendente, al contrario se gli elementi verranno ben distinti lo stile sarà quello indipendente dal campo.

-VERBALE/VISUALE/CINESTETICA, riguarda la preferenza per la parola, l'immagine o l'azione nel processo di apprendimento. Da questi fattori dipende il nostro modo di apprendere, chi ha una preferenza verbale, imparerà leggendo ad alta voce, chi ha una preferenza visuale, imparerà guardando uno schema o un'immagine, chi ha invece una preferenza cinestetica, imparerà facendo concretamente le cose.

- CONVERGENTE/DIVERGENTE, riguarda il rapporto tra l'individuo e le informazioni ricevute e ad esempio la risoluzione di un problema. Chi usa uno stile convergente, affronterà il problema facendo un procedimento logico e limitando così la creatività; questo stile è caratteristico di chi è particolarmente riflessivo. Mentre chi usa uno stile divergente giungerà a soluzioni originali, poiché utilizzerà la creatività, si tratta di solito di persone molto impulsive.

Imparare a imparare


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Viviamo in un mondo in continuo sviluppo e le conoscenze imparate nel corso della nostre vite diventano nel giro di poco obsolete. Molti pedagogisti hanno perciò iniziato a usare l'espressione "imparare a imparare" per far capire che l'individuo deve essere pronto a imparare sempre cose nuove e a sviluppare un metodo di studio da utilizzare non solo a scuola ma anche nella vita.
Imparare a imparare è una competenza che si sviluppa in 3 aspetti:
-il sapere, le conoscenze;
-il saper fare, attuare le conoscenze;
-il saper essere, convinzioni, atteggiamenti, motivazioni;
Questo processo richiede inoltre due tipi di abilità:
-abilità cognitive, riguardanti il modo di apprendere e gestire le conoscenze;
-abilità metacognitive, riguardanti la valutazione dei propri risultati e la consapevolezza dei processi cognitivi.
Questo nuovo metodo implica un cambiamento anche da parte dell'insegnante, il quale non ha più il solo compito di insegnare la materia, ma anche di insegnare a gli allievi un metodo di studio al fine di garantire la loro autonomia. L'insegnante dovrà infatti essere: integrato, esperienziale ed esplicito.
Integrato perché dovrà utilizzare un metodo interdisciplinare  affinché i ragazzi sappiano spaziare tra ogni tipo di conoscenze di campi differenti mantenendo un discorso logico.
Esperienziale perché dovrà sviluppare negli studenti il pensiero critico, essi dovranno infatti essere in grado di esportare dalle singole esperienze diversi fattori.
Esplicito perché insegnerà a gli studenti a raggiungere una consapevolezza di sé e delle proprie conoscenze e accrescerà la loro capacità di socializzazione.

Dalla regola: l'importanza della lettura

Alla mensa dei monaci è indispensabile la presenza della lettura. Il confratello addetto alla lettura mantiene il suo incarico per ...